Film
Dal momento che le previsioni meteo mettevano pioggia, ieri abbiamo deciso di andare a visitare Galle. Durata della pioggia: due minuti. Il resto della giornata 40 gradi.
Alle porte della città dall’autobus intravediamo un tonno gigante al mercato del pesce. Al volo scendiamo.
Titolo film: La grande abbuffata.
Regia: Roby e Kikka.
Sottotitoli: Bebo ( interprete ufficiale local english-dialetto pagot).
Trama: Mentre Bebo si faceva scorrazzare dal suo nuovo amico, io e Kikka, tempo trenta secondi, avevamo già organizzato il pranzo. Tra le bancarelle del mercato oltre al mega tonno veniamo catturate da un venditore di granchi blu. Prese dall’euforia della visione iniziamo a chiacchierare con il pescatore che tenta in tutti i modi di venderceli. Risposta nostra:”yes, but we don’t have a kitchen to cook them “.
“No problem Madam” e se ne va al banco del vicino e confabula in maniera losca con la pescivendola. Torna e forse ci dice che volendo saremmo potuti andare a casa della signora a mangiarli. Ovviamente abbiamo prontamente ed entusiasticamente risposto di si. ( prima regola del viaggiatore freelance è valutare bene prima di accettare inviti a casa di estranei, ma non è la nostra prima regola). Al ritorno dell’ interprete ormai il danno era fatto. Cominciano le paranoie: dove ci porteranno? Cosa ci faranno? E se ci derubano? Se ci violentano? Chi sono? Ma ormai l’appuntamento era fissato. Cosa fare? Prima cosa: dividere e nascondere i soldi, avere il coltellino pelamango a portata di mano (nella pochette), nell’eventualità dire che eravamo senza lavoro, iniziare a recitare dei mantra di preghiera. Tutto ciò succedeva sotto gli occhi attoniti di Bebo. Pensate tutte le varie ed eventuali (ovviamente non ci é sfiorata l’idea di rinunciare al granchio e scappare), ci ripresentiamo al mercato ed aspettiamo disposizioni. Tra un sorrisino e un occhiolino degli autoctoni ecco che arriva il tuk tuk che ci avrebbe condotto verso l’ignoto. Fermi tutti. Vediamo scendere un bambino e la cuoca con in dono “an cadin” de granchi cotti. Ci guardiamo e capiamo che non capiamo niente, o meglio, capiamo a libera interpretazione. Stendiamo il giornale sopra un banco del mercato e ci scofaniamo allegramente quella prelibatezza.
Fine primo tempo della grande abbuffata.
Durante l’intervallo ci inoltriamo nel fort del Galle, con la panza piena ed il sole allo zenit. Quasi morti troviamo refrigerio in una piccola baia con acque trasparenti sotto le mura del forte. Dopo qualche ora decidiamo di andare verso Kogalle alla ricerca dei pescatori sui trampoli. Scesi, come sempre al volo, dall’autobus un tuktukkaro ci conduce verso la baia più “chip” (????). Arrivati ci svela l’arcano: quando non pescano (ora non è stagione) rimangono in attesa dei turisti e si fanno pagare per posare sul trampolo. Increduli, decidiamo di non far parte del business e attendiamo il tramonto con i pali vuoti.
Fine intervallo. Inizio secondo tempo de “La grande abbuffata”.
Ancora zozzi ci dirigiamo verso il top restaurant di Unawatuna: il Kingfisher! Ovviamente full; quindi attendiamo sorseggiando dei buonissimi cocktail. A tavolo liberato ci sediamo e compare dal menù la parola “lobster”. Io e Kikka ci illuminiamo come degli alberi di Natale e, spento il cervello, corriamo a scegliere l’aragosta più grande della vasca. Sbaffata anch’essa, paghiamo con il rene sano di Bebo e rotoliamo verso casa.
The End.