Cooking class, sleeping bus e casa pazza

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Altro giro altra corsa con sorpresa per Denny: corso di cucina vietnamita con prima giro nella barca rotonda (basket boat) tipica della zona.

Il corso di cucina dura quasi tre ore: prima ci fanno vedere come si ottiene il latte di riso, la farina e come si fanno i fogli di riso, poi ci insegnano a cucinare un sacco di piatti tipici della cucina vietnamita come l’insalata di fiori di banano e gamberi, il bahn xeo e una zuppa di noodle. Ovviamente finito il corso mangiamo tutto e non lasciamo nemmeno una briciola. DennyBoy continua a dirmi che è felicissimo e che ne farebbe subito un altro. Nel mentre ci immaginiamo già le prossime cene vietnamite a casa con gli amici!

Finito il corso, co le panze belle piene, torniamo in centro dove cerchiamo di noleggiare uno scooter per andare a vedere il sito monumentale di My Son che dista un’ora da Hoi An… ma sono giorni di festività e son tutti chiusi. Dopo più di un’ora ne troviamo uno che ci pela vivi (ci dice che c’è il Tet quindi o così o così), lo prendiamo ma ci rendiamo conto che il sito chiude di li a poco quindi non riusciamo. Allora decidiamo di girovagare un po’ a caso per le vie, passando tra risaie e piccoli villaggi.

Poi ci viene in mente che a Hoi An c’è il mare, quindi proseguiamo verso quella destinazione.

Arriviamo nella tipica città balneare con ristorantini e baretti che danno sull’oceano. Ci rilassiamo con il suono del mare e una bella birra fresca.

Ormai è sera e decidiamo di farci una bella doccia e tornare in centro. Ci catapultiamo nella via dello street food dove centinaia di bancarelle vendono qualsiasi cosa possiate immaginare e migliaia di persone si riversano in questa strada. Ci fermiamo in un “baracchin” local dove prendiamo praticamente tutto il menu e dove ci servono il miglior brodo mai mangiato fin’ora. I local ci guardano sorpresi per tutti i piatti mangiati e noi guardiamo sorpresi loro perché lavano (per modo di dire) i piatti in una bacinella per strada: “Speron de no ciapar nient” il primo pensiero che ci viene. In ogni caso siamo pienamente soddisfatti della nostra scelta. Torniamo a casa con la promessa che appena torneremo in Italia ci metteremo a dieta!

Ci svegliamo con la pioggia battente e fastidiosa; facciamo comunque un giro per le vie del centro che, di prima mattina, sono desolate e riusciamo a goderci la bellezza degli edifici. Per caso arriviamo al mercato locale: frutti strani, noodles, uova, pite, odori, colori… ci divertiamo e compriamo un attrezzo strano che abbiamo utilizzato il giorno prima al corso di cucina…

Di primo pomeriggio partiamo alla volta della stazione degli autobus dove ci aspetta l’ultimo mezzo strano di questa avventura: lo sleepingbus. Ovviamente ce ne sono di tutte le sorti e tutti i prezzi… e io quale ho preso secondo voi??? Si, proprio quello economico! Difatti siamo gli unici stranieri.

Fa un po’ strano stare sdraiati su un bus, ma è anche divertente. Ovviamente si sale senza scarpe, c’è la copertina, l’acqua e il cuscino. Molto basic.

Ci aspettano 13 ore tra local che guardano il telefono a tutto volume (per loro normalissimo), gente che russa, gente che magna… L’aspetto positivo è che i bambini presenti sono bravissimi: fanno silenzio, non piangono, non rompono le balle, non guardano nemmeno il telefono! Con un po’ di fatica qualcosa si dorme e arriviamo a Da Lat alle 5 di mattina. Aspettiamo l’alba e andiamo nella nostra casa per la notte: la Crazy House. Una specie di albergo, creato da un’architetta e designer vietnamita, che si fa fatica a definire… sembra un po’ un mix tra Gaudí, la casa di Hansel e Gretel e Alice in Wonderland. Questa casa è stata costruita per ricordare a tutti i suoi visitatori che la natura, da cui prendono spunto le linee architettoniche, è un bene imprescindibile che dobbiamo reimparare a considerare, giocando con le bellezze naturali che ci circondano, e ad averne estrema cura.

Ci sono poche camere e sono tutte diverse e particolari. Ci divertiamo ad esplorare questo complesso pazzesco visto che non c’è ancora nessuno (più tardi si riempirà di turisti in visita).

Per il resto Da Lat offre solo un gran vento (sembra di essere al lago di casa), un lago (con dei cigni-pedalò che sono inguardabili), delle bellissime case coloniali in stile francese e poco altro.

È un mondo un po’ strano… sembra quasi di non essere in Vietnam… è tutto molto pulito, ci sono dei fiori stupendi… però non ci piace molto, qualcosa non ci fa dire “ah che bello”; ma poco importa: domani mattina ripartiamo per un altro luogo che non vedo l’ora di vivere!

P.S.: i nostri stomaci stanno benissimo!

Water coconut

Basket boat tipiche della zona

Foresta di noci di cocco d’acqua

Basket boat

Cooking class

Alcune cose cucinate e ovviamente mangiate

Giringiro

Il mare di Hoi An

Tempio

Involtini fresco

Miglior brodo ever

Mercato

Mercato

Mercato

Sleeping bus

Basic sleeping bus

Denny che esplora la crazy house

Crazy house

Crazy house

Crazy house

Fiori strani di Da Lat

Tipica casa coloniale francese in Da Lat